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L’Italia non è un Paese per meteorologi. Sembra un paradosso – ed è un’eccezione in Europa – ma il nostro Paese, colpito quest’estate da eventi avversi di rara intensità, non dispone di un centro meteo in grado di gestire allerte e strategie preventive a livello nazionale. O meglio, esiste dal 2017, si chiama Agenzia ItaliaMeteo, ma non è ancora operativo, mentre il suo direttore, il meteorologo Carlo Cacciamani, che ha avuto confermato l’incarico solo nel 2022, è alle prese con la burocrazia, tra bandi e bilanci in via di approvazione.
"Sono dovuto partire da zero", si giustifica Cacciamani, "l’80 per cento della mia attività è chiedere risposte. A regime, l’organico conterà su 48 funzionari e 30 consulenti. Dovremmo iniziare per la fine del 2023, ma non dipende da me", precisa. Infatti ItaliaMeteo risponde al Comitato di indirizzo per la meteorologia e la climatologia coordinato dalla presidente del consiglio Giorgia Meloni e dalla Protezione civile, ma anche al ministero dell’Università e della ricerca, cui spetta approvare i budget.
In attesa dell’agenzia civile che coordinerà il meteo a livello nazionale – l’aeronautica lo fa a supporto della difesa – per ora in Italia operano centri meteorologici locali, spesso con metodi diversi e in conflitto tra loro. "In alcuni casi, come in Lombardia ed Emilia-Romagna, fanno parte dell’Arpa, l’Agenzia regionale per la Protezione dell’ambiente, mentre nelle Marche o in Campania sono all’interno delle regioni, ma altrove mancano del tutto: è il caso, per esempio, di Umbria, Basilicata, Abruzzo, Puglia e Calabria", sottolinea Cacciamani.
Nel frattempo, a fornire informazioni coerenti sul tempo che farà in tutta Italia sono i portali privati. "Lavora per noi una rete di 20 esperti certificati", informa Edoardo Ferrara, responsabile dei meteorologi di 3B Meteo. "Le previsioni sono sempre più accurate, ma vanno lette con spirito critico: si tratta pur sempre di probabilità, che si attenuano oltre i 3-5 giorni". È vero, però, che gli eventi estremi cui ci stiamo abituando presentano più incognite. "Le supercelle, i violenti temporali visti di recente in Lombardia, che ruotando su se stessi possono generare tornado, per esempio, colpiscono in modo localizzato e disomogeneo e sono difficili da prevedere", ammette Ferrara. "A innescarli è lo scontro tra correnti fresche e aria calda: accadeva anche in passato, ma ora sono più frequenti anche per il riscaldamento globale che estremizza ogni cosa".
Cacciamani non ha dubbi sulle conseguenze dirompenti che il cambiamento climatico sta già portando nelle nostre vite. "Nell’area del Mediterraneo, il clima è diventato instabile. A fine aprile siamo passati dalla siccità alle alluvioni in Romagna nel giro di un giorno", osserva. "La nostra scienza è recente, ci basiamo su modelli e analisi elaborati al computer delle leggi fisiche e chimiche che governano le dinamiche atmosferiche, ma il climate change potrebbe averli alterati rendendo necessaria una revisione".
