Sono trascorsi 47 anni da quando Lella Lombardi corse in Austria al Gran Premio di F1 nel 1976. La sola che sia riuscita a schierarsi alla partenza di questa competizione, tra le cinque in gara che tentarono l'impresa. Prima di lei solo la collega Maria Teresa de Filippis riuscì a correre nella massima categoria del motorsport nella storia del campionato, nato nel lontano 1950. Da allora nessuna donna è riuscita a qualificarsi nella Formula 1, la massima competizione automobilistica monoposto. Le cose potrebbero però cambiare con Susie Wolff, ex pilota britannica, nominata quest'anno managing director della F1 Academy, un nuovo campionato di corse monoposto tutto al femminile, fondato dalla Formula 1 con l'obiettivo di integrare le ragazze nel mondo del motorsport. Un obiettivo ambizioso che si scontra con la concreta difficoltà nel reperire talenti femminili dopo decenni di monopolio maschile.
Cambiamenti in vista dunque, ma sul lungo periodo. È questa la prospettiva che la stessa Wolff invita ad avere a chi le chiede se da qui ai prossimi mesi dovremo aspettarci new entry nel circuito. "Credo che [cambiamenti] avverranno tra otto o dieci anni" dichiara al Guardian. "Questo non solo perché ci manca il pool di talenti femminili e mancano coloro che progrediscano attraverso lo sport, ma anche per la consapevolezza che arrivare in F1 è incredibilmente difficile. È dura per tutti i piloti maschi. Ci sono solo 20 posti sulla griglia ed è per questo che ci vorrà del tempo. Credo che tra 8 o 10 anni, quando avremo avuto una crescita continua del pool di talenti e più donne che entrano in questo sport, sarà molto più realistico".
Inutile dunque gridare al miracolo, ci vorrà tempo, ma il percorso è segnato e con questa iniziativa Formula 1 si dimostra attenta alle istanze femministe nel mondo dello sport. "Una donna in F1 non succederà da un giorno all'altro, ho bisogno di gestire le aspettative. Ma penso che questa base e tutto ciò che possiamo ottenere con la F1 Academy a medio-lungo termine possano essere il vero motore per il cambiamento nello sport e questo è stato ciò che mi ha spinto a dire: 'Contatemi'" spiega Wolff, che ha una notevole esperienza nelle corse automobilistiche ed è da tempo impegnata a migliorare la diversità all'interno di questo sport. Sposata nel 2011 con Toto Wolff, a propria volta ex pilota e dal 2013 amministratore delegato della Mercedes AMG F1, nel 2014 e nel 2015 ha guidato nelle sessioni di prove libere di F1 come pilota di sviluppo della Williams, stabilendo un tempo all'Hockenheimring a soli due decimi da quello di Felipe Massa della Williams. Ha anche gareggiato in Formula Renault, British F3 e nel campionato tedesco turismo. Al suo ritiro dalle corse ha co-fondato la campagna Dare To Be Different, volta a incoraggiare più donne nel motorsport e che da allora è diventata parte dell'iniziativa Girls On Track della FIA. Più recentemente, tra il 2018 e il 2022 è stata team principal del team Venturi di Formula E.
Ogni anno 45.000 ragazze scendono in pista di karting indoor, ma solo il 4,7% di loro partecipa ad una gara. La F1 Academy, con il sostegno dei proprietari della F1, intende affrontare questo problema, istituendo un programma che diffonda la passione per questa disciplina tra le ragazze e le incoraggi a correre anche a livelli professionistici. "Sarà un processo molto lento e i numeri non si stanno spostando con grande significato. Il primo problema è la percezione sociale e la mancanza di modelli di ruolo. Se sei una giovane donna e ami la F1, accendi la TV e sfortunatamente molti dei ruoli rivolti verso la telecamera sono ancora dominati dagli uomini. Questo a sua volta porta al problema fondamentale che non ci sono abbastanza donne che entrano in questo sport. Il pool di talenti è troppo piccolo, quindi i migliori non stanno salendo in cima. Per la mia visione [delle cose] dobbiamo andare alla radice del problema" con l'obiettivo di "ispirare la prossima generazione ad arrivare su una pista di karting indoor". Non resta che scaldare i motori e mettersi in moto.