Quello del lockdown è stato senza dubbio un periodo difficile, ma è stato anche un periodo denso di idee per molti creativi. Tra questi, la designer Celeste Gaia, che durante i lunghi giorni chiusa tra le pareti domestiche ha dato vita a Senzaquadro, un progetto di design artistico all'insegna della sostenibilità, che unisce materiali di riciclo, l’emotività del colore e il potere evocativo delle parole.

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Classe 1990, Celeste è designer, fotografa, musicista e pittrice, laureata in Comunicazione e fotografia, ha lavorato per agenzie e startup, prima di cominciare a lavorare come freelance, dando vita a questo progetto che fonde design e sostenibilità. Fatto per il 90% da rifiuti di packaging e imballaggi, Senzaquadro si può riassumere nella definizione "nell’imperfezione risiede la bellezza dei particolari". Ma di cosa si tratta nel dettaglio?

"Consumiamo tantissimo, ordiniamo online, mangiamo d’asporto, facciamo la spesa, com’è normale che sia. In alcune parti del mondo siamo fortunati, anche se a volte non ce ne accorgiamo. Ho pensato di partire dai mille rifiuti che ogni giorno ci intasano. Quindi per settimane non ho buttato via contenitori di delivery, food packaging e molte altre cose", racconta Celeste. Senzaquadro è una cornice inscindibile dal quadro stesso che rappresenta un ibrido tra un brand e un’opera d’arte. Sono sempre pezzi unici numerati, personalizzabili e disponibili solo online. La base di partenza è sempre un rifiuto: un packaging alimentare, una scatola usata per spedizioni, la confezione di un mobile appena montato e molto altro ancora, materiali che hanno vita breve e che vanno buttati, producendo rifiuti, che possono quantificarsi in tonnellate. Si stima infatti che una persona, in Italia, produce in media quasi 500 kg di rifiuti all'anno (fonte ISPRA -Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale, 2019).

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Celeste Gaia

"L'idea alla base è una trasformazione di materiali di rifiuto che rinascono come oggetto di design, portatore di un messaggio importante e consapevole", dichiara la designer. Ed è così che l'economia circolare si trasforma al servizio dell'arte: ogni Senzaquadro nasce con un messaggio ben preciso, una parola, una frase, un concetto che può ritornare nelle diverse linee, mentre ogni cornice è unica e numerata e nelle sue imperfezioni si rivela il valore di una lavorazione interamente handmade. Il progetto è stato lanciato a dicembre 2020 a Milano, con una prima capsule collection nel distretto delle 5Vie, seguito da una presentazione alla Fondazione Catella durante il Fuorisalone con Isola Design District e, nel 2021, al Teatro Franco Parenti di Milano. Qui Celeste ha realizzato un Senzaquadro con quasi due kili di rifiuti e circa 77 biglietti non più utilizzabili di cinema, teatro, mostre e concerti. Questi ultimi vanno a configurarsi come frammenti unici di esperienze culturali destinati, come tanti altre tipologie di rifiuti, ad andare al macero, ma sono anche simbolo delle perdite economiche legate al mondo dello spettacolo a causa della pandemia. Un progetto, quello di Celeste Gaia, che riflette sul concetto di trasformazione per creare bellezza, senza però tralasciare l'importanza dell'imperfezione: la lavorazione, interamente handmade, conferisce unicità a ogni singolo pezzo. Insomma, dai rifiuti può nascere molta, molta bellezza.

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